Interventi - SAO BERNARDO

PENSIAMO A CHI HA MENO DI NOI

Comitato São Bernardo odv
Vai ai contenuti
 

 
Mercoledì 25 settembre 2019 ore 17.30
 
Consiglio Comunale straordinario
 
Residenza Municipale via Mazzini, 4 Imola
 
1989 – 2019  
 
30 anni di solidarietà

 
Per ricordare l’azione di solidarietà del Comitato Sao Bernardo e rinnovarne l’impegno in occasione della ricorrenza
 
del 30° della costituzione
 
 
Interventi introduttivi:
 
 
Marcello Grandi:
 
  • La nascita del progetto di solidarietà
 
Nadia Bassi:
 
  • Un cammino lungo e ricco di realizzazioni
Marcello Grandi: La nascita del progetto di solidarietà
 
 
Signora Sindaca  e signora Presidente del Consiglio Comunale, Eccellenza Mons Mosciatti, autorità militari e civili, signore e signori della giunta e del consiglio, gentili intervenuti,
 
desidero ringraziare l’Amministrazione Comunale per averci concesso di ricordare il 30° della nascita del Comitato Solidarietà per Sao Bernardo (oggi ODV). Grazie anche per essere stati al nostro fianco in questi anni per un progetto che fa parte del patrimonio genetico del Comune.
 
Un altro grazie riconoscente voglio rivolgerlo alla Curia che ci ha sempre appoggiati con convinzione e con entusiasmo in un cammino che nessuno aveva previsto tanto lungo.
 
Così come voglio ringraziare i tanti che ci hanno aiutati, alcuni Comuni, a iniziare da Lugo, aziende, associazioni, sindacati, contribuendo alla nostra opera solidaristica; per tutti: SACMI, CEFLA e la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola.
 
Abbiamo proposto questa seduta del Consiglio per farne un’occasione di memoria e di impegno.
 
Di memoria, perché una comunità priva di memoria resta senza identità e quindi destinata a perdere il senso della propria rotta. Di impegno perché sono ulteriormente accresciute le ragioni che ci hanno spinto allora all’azione di solidarietà.
 
Durante la nostra prima visita a Sao Bernardo abbiamo camminato fra quelle baracche misere e abbiamo incontrato diverse persone. Molti di loro vivevano con un’unica preoccupazione: raggranellare un pugno di riso al giorno per sopravvivere.
 
Vi assicuro che l’impatto con quel contesto sociale impartisce una lezione altrimenti non acquisibile.
 
Parlando con Sua Eminenza Dom Claudio Hummes, allora Vescovo di Santo André, con Don Leo Commissari, a cui rivolgo un ricordo commosso e riconoscente, così come con gli altri sacerdoti e con le suore missionarie,  è emers0 un elemento chiaro. Quella realtà era il risultato della contraddizione che separava e separa il Nord del mondo sviluppato dal Sud sottosviluppato. Il Nord con un quinto della popolazione consuma i quattro quinti delle risorse del pianeta, mentre il Sud è costretto spesso a vivere ai limiti della sussistenza, con acuti problemi demografici, etnici, culturali e sociali,  come aveva descritto il Rapporto Brandt.
 
Apparve a ciascuno di enorme valore l’impegno dei missionari nel collegare evangelizzazione e promozione umana, convinti che non è tollerabile assistere alla privazione della dignità delle persone.
 
Dopo quell’impatto come si può restare indifferenti?
 
Non basta neppure esprimere una solidarietà generica, astratta, teorica, indefinita.
 
La condivisione di valori universali come l’uguaglianza, la solidarietà, la pace, la fraternità richiedeva e richiede di essere tramutata in azioni, altrimenti si dissolve in sterile propaganda o in alibi per coscienze accomodanti.
 
I nostri missionari e le nostre suore rappresentavano un’importante risorsa sul campo e allora perché non sostenerli?
 
Da subito ci apparve utile puntare sulle attività educative per combattere l’emarginazione che spingeva migliaia di bambini e di giovani sulle strade a vivere di espedienti e di delinquenza. Al pari di queste indicammo nel lavoro, dovere e diritto di ciascuno, il fattore di emancipazione per quei ragazzi e per quelle ragazze non professionalizzati.
 
Perciò abbiamo realizzato una partnership fra Comune e Diocesi per un progetto di solidarietà attiva con l’obiettivo di unire le forze della città.
 
Vorrei ricordare Mons. Luigi Dardani, allora Vescovo della nostra Diocesi, con poche righe della lettera che lanciò il progetto nel 1989 da lui firmata assieme a chi vi parla.
 
“Ci sentiamo il dovere di richiamare l’itera cittadinanza a riscoprire con rinnovata freschezza quei sentimenti di solidarietà, di fraternità, di condivisione che, negli anni, hanno permeato la cultura e la storia della nostra città”
 
Quel termine “con rinnovata freschezza” lo volemmo per sottolineare come occorra sempre mantenere viva e innovare l’azione di solidarietà cogliendo i mutamenti, le nuove contraddizioni, le moderne forme di povertà che di volta in volta si presentano in un  mondo in rapida trasformazione.
 
Una collaborazione così stretta fra Enti differenti, con ruoli distinti, portatori di culture e di sensibilità diverse trent’anni fa non era così scontata, tuttavia fu possibile perché sapemmo incontrarci grazie alla condivisione di valori universali e di un progetto per inverarli. Una scelta precisa, una peculiarità e un modello riproducibile.
 
Poi se quell’idea ha contribuito in qualche misura anche ad abbattere steccati, ad aprire strade nuove, a superare la dottrina della chiusura, della frammentazione e della contrapposizione, personalmente sono ancora più contento!
 
Di sicuro possiamo affermare che la città intera si è unita attorno a questo progetto; non solo l’ha compreso, ma lo ha adottato facendolo proprio e ha saputo ritrovare attorno ad esso quell’unità e quella comunione di intenti che fanno parte della cultura e della storia di Imola.
 
E così, anno dopo anno, dal 1990 al 2018, il Comitato ha potuto finanziare progetti, comprensivi dei contributi dello Stato, della Regione Emilia-Romagna, della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, dei Comuni di Imola, di Lugo, di Castel Bolognese e di Castel del Rio per una somma di 3.415.175 €.
 
Alcune di queste amministrazioni comunali nel tempo si sono ritirate; il nostro auspicio è che possano riprendere a compartecipare a questo progetto, così come ci auguriamo che altre Amministrazioni ed altri enti aderiscano a questa avventura di pace.
 
E oggi?
 
Ci siamo posti questa domanda in alcune occasioni negli ultimi anni, qualche volta anche un po’ scoraggiati a fronte di problemi enormemente più grandi di noi.
 
Il “Rapporto ONU” di un paio di anni fa denunciava che nel mondo 815 milioni di persone (11% della popolazione totale) soffrono la fame; nell’Africa orientale questa percentuale arriva al 33,9%.
 
Un dato tremendo se si pensa che la popolazione del continente europeo, non della UE, ammonta a 740 milioni; ad esso, sempre secondo l’ONU, si aggiungono due ulteriori elementi  drammatici.
 
Il primo: un aumento rispetto all’anno precedente delle persone che soffrono la fame di 38 milioni, quindi un sensibile incremento dopo un decennio in cui c’era stato un calo; il secondo: i bambini con età inferiore ai 5 anni affetti da deperimento sono 52 milioni, mentre quelli che soffrono di disturbi della crescita ammontano a 155 milioni!
 
Sempre secondo l’ONU la responsabilità di tutto ciò va indicata nei tanti conflitti e nel cambiamento climatico!
 
Una  tragedia dell’umanità che chiama in causa l’intera comunità internazionale per realizzare l’obiettivo dell’ONU di azzerare la fame entro il 2030. Una tragedia che interroga anche la nostra coscienza e la nostra intelligenza di donne e di uomini; un dramma che ci chiede dove siamo e cosa facciamo e che chiama in campo impetuosamente la politica!
 
Peraltro è oggettivamente impossibile non essere coinvolti da un fenomeno di questa qualità e di questa dimensione. La vita di ciascuno di noi ne sarà condizionata. I risultati di questo condizionamento dipenderanno da come sapremo affrontare e da come sapremo governare i molteplici aspetti coinvolti.
 
Il mondo globalizzato consegna a ciascuno di noi la responsabilità reciproca e l’interdipendenza del destino degli uomini; ci chiede di non ridurci a nani impotenti, ma di farci carico del governo della complessità con approcci multidisciplinari che abbiano come orizzonte la pace. Quella con i nostri simili per il rispetto reciproco, per superare discriminazioni e disuguaglianze; la pace con la natura!
 
Posso dire che qui stanno i motivi per cui abbiamo deciso di proseguire nel nostro lavoro di solidarietà. C’è ancora molto da fare e per molto tempo per cui non trascuro di rivolgermi a tutti voi presenti, ad iniziare dalla Signora Sindaca e da questo Consiglio, perché non cessi, ma anzi si rinnovi l’adesione e si incrementino i contributi al Comitato Solidarietà per Sao Bernardo.
 
In questi 30 anni abbiamo vinto una grossa sfida. Non era un risultato scontato. E’ stato  possibile da quella condivisione di intenti che ha prodotto il supporto di enti, di amministrazioni, nonché delle persone che hanno dedicato tempo e fatica (Nadia, Emanuela, i volontari del Comitato).
 
A tutti coloro che hanno contribuito un grazie riconoscente, grazie a don Gigino Savorani che ci ha aperto la strada, ma soprattutto  un grazie immenso ai nostri missionari e alle missionarie impegnate “sul terreno”: la fatica, il sacrificio e il merito più grandi sono i loro!
 
A noi resta la gratificazione degli sguardi dei bambini, di avere lavorato per la pace, per abbattere almeno un poco le disuguaglianze e di avere vissuto una bella avventura per onorare la Costituzione.  
Nadia Bassi Presidente Comitato São Bernardo ODV: Un cammino lungo e ricco di realizzazioni
 
Ringrazio Marcello per le sue belle  ed  esaurienti parole che condivido pienamente e sulle quali cercherò di non ritornare .
 
Voglio innanzi tutto ringraziare la Sindaca Manuela Sangiorgi che ha accolto con entusiasmo la proposta di realizzare questo Consiglio Comunale per il trentesimo compleanno del Comitato Sao Bernardo, mi dispiace non sia presente.
 
Un grazie alla Presidente del Consiglio Comunale Dott. Chiappe che ha reso possibile riunire oggi molti protagonisti che in questi anni ci hanno dimostrato la loro amicizia e solidarietà. Sono  presenti alcuni sindaci che si sono succeduti alla guida delle amministrazioni di Imola, Lugo, Castelbolognese, Dozza, Castel del Rio, (Comuni che fanno parte del Comitato) e gli amici soci delle rispettive sezioni, i rappresentanti della Regione E.R., i rappresentanti dei sindacati, la presidenza della Fondazione, i rappresentanti delle aziende che hanno sostenuto e sostengono i progetti ,  e gli  amici del Comitato. Un grazie caloroso a tutti! Un ringraziamento sincero per essere qui con noi a Monsignor Mosciatti Vescovo di Imola e a tutte le autorità che hanno voluto condividere con noi questa occasione di memoria e di rinnovato impegno.
 
Un ringraziamento super speciale all’Associazione San Cassiano ed alla sua presidente Carmen Falconi che fin dall’inizio ci è stata amica e generosa sostenitrice.
 
Trent’anni sono trascorsi da quel 1989 in cui si seminò un piccolo seme dal quale è cresciuto un albero rigoglioso come si augurava, in questa stessa sala, l’allora Vescovo Mons. Dardani. Trent’anni di lavoro, trent’anni di dedizione, di soddisfazioni, di delusioni, di perdite di amici che voglio qui ricordare perché furono loro lo stimolo e l’anima del primo progetto: don Leo Commissari di cui ha già detto il Sindaco Grandi, Giovanni Casadio primo presidente, amico , maestro indimenticabile che ci ha lasciati 21 anni fa lanciandomi il testimone che ancora oggi porto avanti  . E Don Gigino Savorani infaticabile, entusiasta direttore del Centro Missionario   che saluto con tanto affetto e  riconoscenza.
 
Questi ricordi mi riportano ai primi progetti, ai primi viaggi in São Bernardo, alle visite nelle favelas, ai “baracchi”, ai viottoli fangosi, alla miseria, al degrado,  ai visi dei  bambini e delle madri, al dolore, ai sensi di colpa che mi laceravano nel vedere le condizioni in cui sopravvivevano le persone ed alle lacrime versate, alle parole puntuali di Don Leo per farmi superare questi momenti.
 
Ed eccomi qua, dopo trent’anni con lo stesso entusiasmo e la stessa volontà a ripercorrere quanto è stato fatto: Dal primo progetto educativo che si proponeva di raccogliere bambini e adolescenti dalla strada, mettendo in campo un’azione educativa e propedeutica o di sostegno alla frequenza scolastica.
 
Alla ospitalità offerta a Imola ad alcuni  giovani di São Bernardo per fare esperienze lavorative e comprendere cosa fosse la cooperazione, a Imola in quei tempi forte e ben organizzata.    Vennero inseriti alla SACMI  e fecero per alcuni mesi il loro tirocinio ospitati da famiglie amiche del comitato. Questi uomini oggi lavorano grazie a quella esperienza e si sono costruiti una bella famiglia. Uno di loro lavora presso la Sacmi do Brasil!
 
Ricordo i dubbi, i timori quando si fece, su suggerimento di Don Leo,  la  scelta di costruire, ai margini della favela dell’Oleoduto, una grande scuola di formazione professionale ed un asilo.   
 
L’edificio che ospita,  ancora oggi,  il Centro di Formazione Professionale intitolato a Don Leo Commissari, si compone di due corpi : il primo inaugurato nel 1996, il secondo nel 2001 per un totale di superficie di mq.3.612, così utilizzati: 1200 mq di aule per lezioni teoriche e aule attrezzate e 1450 mq di sale, laboratori.
 
Da allora sono passati in quelle aule e in quei laboratori migliaia di giovani e meno giovani che hanno avuto l’opportunità  di affrontare il mondo del lavoro con preparazione e consapevolezza. Sono stati realizzati numerosi progetti tesi ad approfondire i principi cooperativistici e  a favorire la creazione di piccoli gruppi con l’obiettivo di concretizzare alternative di lavoro e reddito, offrendo consulenza sistematica alla nascita di  attività, formali o informali, di micro e piccole imprese e di cooperative, e di facilitare l’accesso al credito popolare per finanziare attività produttive, commerciali e di servizi.
 
Nel 2002 il primo grosso progetto triennale cofinanziato dal Ministero degli affari esteri italiano riguardava lo “ Sviluppo dell’occupazione giovanile e femminile in favelas a  São Bernardo do Campo”.   
 
L’obiettivo era promuovere l’occupazione soprattutto tra i giovani e le donne, e conseguentemente sradicare le condizioni di povertà estrema in cui vivevano migliaia di famiglie nella periferia urbana di São Bernardo.
 
In questi anni aderirono al Comitato,   condividendone gli obiettivi ed il lavoro, le Amministrazioni comunali di Lugo, Dozza, Castelbolognese, Castel del Rio.
 
Tutti insieme ci siamo impegnati a migliorare i servizi di assistenza per i bambini facendoci carico di sostenere asili e centri comunitari anche nel quartiere di Alvarenga, e di sostenere l’asilo di Santa Rita e quello di San Pedro, nonché il centro comunitario di Itaniaè coordinato da Suor Innocenza.
 
Dal 2003, seguendo le linee programmatiche della Regione Emilia Romagna, in consonanza con i nostri obiettivi, furono realizzati,  annualmente,  progetti in collaborazione con la Regione finchè la stessa decise di cancellare il Brasile dall’elenco dei paesi beneficiari di finanziamenti.  In questo modo ed in collaborazione anche con Nexus (Organizzazione solidaristica della CGIL) ed Iscos (onlus della Cisl) abbiamo sostenuto progetti riguardanti lo Sviluppo del movimento cooperativo, l’ accesso al lavoro per giovani e donne e progetti a sostegno dello sviluppo di un'economia solidale alternativa per una società più inclusiva. Sono alcune centinaia le imprese avviate grazie a questo progetto.
 
Un ulteriore passo poi è stato quello di creare presso il Centro di formazione professionale un’incubatrice di imprese: uno spazio messo a disposizione di imprese più strutturate  per permettere di avviare la propria attività  assistite dai consulenti del Centro di formazione. Oggi sono due le imprese incubate : la cooperativa di donne  Sabao Selecta che produce sapone da oli esausti ed una falegnameria.
 
La città di São Bernardo è molto cambiata dai primi tempi,  si è arricchita di strade, raccordi ma soprattutto sono state modificate “le favelas”.
 
Anche il nome favelas è stato sostituito con COMUNITA’. Ma la musica non è molto cambiata! Nella parte bassa della “antica favela dell’Oleoduto” vicino alla scuola, le baracche sono state demolite, il luogo è stato urbanizzato e sono sorte moltissime case popolari: palazzi enormi tutti uguali, e strade quasi asfaltate.
 
Arrampicate invece sul fianco della collina restano le piccole case, i bar, i mercatini … che da baracche di legno sono diventate baracche in muratura e conservano un’idea del vecchio insediamento con i soliti viottoli stretti e molto ripidi, scale sconnesse che portano sulla cima della collina. Molti cani si aggirano ancora lungo le strade e rovistano fra i rifiuti, come un tempo, insieme ad anziani e donne che frugano anch’essi alla ricerca di oggetti da recuperare, lattine, plastica...a volte cibi … Da quello che si vede, confermato anche dalle suore, dai sacerdoti  e dalle persone con cui ho parlato durante la mia permanenza a Sao Bernardo lo scorso anno, la condizione sociale ed economica.
 
degli abitanti del territorio è poco modificata: alcool, droga, violenza, miseria , disoccupazione, commerci informali sono ancora molto diffusi. Un documento pubblico dei Vescovi Brasiliani recita … “il Brasile sta vivendo tempi difficili.  I mali che avremmo sperato di esserci lasciati alle spalle tornano a tormentarci e a far soffrire la nostra gente. Povertà, miseria e fame, disoccupazione e sottoccupazione, mortalità infantile, restrizione e peggioramento dei servizi pubblici di salute e educazione, aumento della violenza urbana e rurale sono alcune delle piaghe che abbiamo sognato stessero finendo…”
 
La scuola di Formazione professionale Don Leo Commissari che si ergeva imponente e visibilissima all’inizio della favela ora, circondata da palazzoni altissimi, appare piccola e non balza più all’occhio benché si componga di due enormi edifici affiancati, di una collinetta verde e ben curata su cui fa bella mostra di sé un asilo con un bello spazio verde esterno, una cappella, un edificio adibito a gelateria, un ampio parcheggio e la casa della custode Mariella. A proposito di gelateria ringrazio il segretario prov, della CISL che ha provveduto  all’allestimento del laboratorio facendo pervenire gratuitamente le attrezzature dalla Carpigiani.
 
La scuola funziona ed è frequentatissima tutto il giorno. Si tengono corsi di taglio e cucito, elettricità residenziale, informatica, panificazione e pasticceria , carrozzieri e lucidatori, parrucchieri,  informatica, assistenti per veterinari e assistenti per anziani. Sono i corsi sostenibili con il contributo  del Comitato e le risorse disponibili della scuola
 
Fino a qualche anno fa i corsi professionalizzanti erano molto più numerosi ma, cambiata l’amministrazione municipale, la collaborazione col Comune di Sao Bernardo è molto diminuita e con essa il sostegno ai corsi professionali.
 
Il Comitato sostiene poi una attività sociale rivolta a famiglie disgregate, emarginate, a rischio. Sono 140 i bambini , gli adolescenti ed i  loro genitori seguiti da psicologi ed assistenti sociali per 140 ore ed inseriti in attività socializzanti , ludiche, educative.
 
Inoltre il Comitato contribuisce alla gestione dell’Asilo “Margarida” che ospita 85 piccoli dai 3 ai 5 anni.
 
In collaborazione col Comune di São Bernardo svolge anche un progetto rivolto a 1200 alunni delle scuole pubbliche  chiamato  “Più tempo  scuola” . Si tratta di attività svolte in orari pre e post
 
scuola in aule sparse per tutta la città. Le chiamano OFFICINE  di teatro, danza, capoeira, musica, Skate, ballo, circo, inglese, spagnolo, ginnastica, calcio, informatica.
 
Dal 2002,  in partenariato con l’ONG Cospe e la Regione E.R. il Comitato  si è  impegnato a promuovere attività e progetti in Senegal, precisamente in Casamance una regione dilaniata da una crisi, di cui nessuno parla, fra lo Stato senegalese ed il Movimento delle forze Democratiche che rivendica l’indipendenza della regione, mettendo in atto dal 1982 una guerriglia, che ha trascinato il paese in un conflitto che, seppur considerato “di bassa intensità”, ha causato più di 800 vittime e 60mila sfollati.
 
A Ziguinchor il Comitato ha fornito, attraverso il tribunale, i documenti di nascita a 800 bambini sfollati dalle campagne e costruito scuole alternative per i bambini privi di qualsiasi documento e quindi privati dei diritti di cittadinanza.
 
Si sono succeduti poi  progetti rivolti  alla
 
-“Promozione e tutela dei diritti  delle donne. Con l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità e la discriminazione nei confronti delle donne, favorendone l’autonomia, l’emancipazione, attraverso la consulenza legale e sanitaria, l’accesso ad un centro di assistenza e orientamento, la promozione di politiche di genere in una dinamica che ha legato Istituzioni e Società civile;
 
-alla “valorizzazione dei prodotti locali per il rilancio socioeconomico e la sovranità alimentare nella Regione di Ziguinchor. L’obiettivo era contribuire alla lotta alla povertà e alla sovranità alimentare nella stessa regione, valorizzando i prodotti agricoli locali e partecipando al rilancio socio-economico della Regione.
 
Attualmente sosteniamo un progetto rivolto alle donne per combattere la malnutrizione infantile. Il progetto è da alcuni anni in esecuzione a sostegno delle  donne del dipartimento di Kendougou. Ne hanno beneficiato, finora, 300 donne “risorsa” formate in sistemi di produzione agroecologica e nelle tecniche di trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli.
 
Le donne “risorsa” hanno coinvolto 3000 madri di famiglia, 500 produttori dei quali il 75% donne e toccato 30 villaggi.  100.000 persone hanno beneficiato indirettamente dell’impatto del progetto.  I risultati ottenuti in questo periodo hanno permesso e permetteranno di arrivare ad un miglioramento delle pratiche d’igiene, di alimentazione e di nutrizione portando un cambiamento nelle famiglie e nelle comunità
 
Dal primo asilo realizzato  nel cuore della favela dell’Oleoduto  sono passati molti anni e credo di poter dire con orgoglio  che molto, moltissimo è stato fatto, e tutto grazie alla gente del nostro territorio che ci ha sostenuto partecipando alle innumerevoli iniziative messe in atto nel tempo, grazie all’attenzione  delle amministrazioni Comunali, della Regione E. R., della Fondazione della Cassa di Risparmio di Imola  e di Lugo,  delle aziende , della Sacmi ,  dei sindacati, delle scuole, dei  centri sociali e così via.
 
Molto è stato dato ma moltissimo abbiamo ricevuto in termini di amicizia, sensibilizzazione , condivisione e cultura.
 
Ancora un ringraziamento al Comune di Imola che ci ospita, a tutti coloro che hanno collaborato e a tutti i presenti .  Grazie, grazie , grazie.
Comitato São Bernardo odv
VIA EMILIA, 69- 400261MOLA lBOl • TEL/FAX. 0542 27129 - P.IVA e C.F 01533251201
Torna ai contenuti